«e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli»

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Da un po’ di tempo a questa parte noi christifideles laici assistiamo a uno spettacolo abbastanza pietoso. Dopo la disonesta inettitudine di un Antonio Socci e lo smarrimento confusionale di Aldo Maria Valli, ultimamente si sono aggiunte altre voci dal mondo della Chiesa, perfino presuli, ad esprimere critiche rispetto ai pronunciamenti del Romano Pontefice. > padre Gerald E. Murray > … Continua a leggere

‘Christo mio amor mio’

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Dopo un primo apprezzamento ricevuto a suo tempo, ultimamente è arrivato un altro positivo giudizio critico al mio libro sull’Oratorio di San Filippo Neri. Il “recensore” non è un pastoralista plurititolato, né un giornalista che scrive a convenienza ciò che guadagna più like. Un semplice lettore esprime spontaneamente la propria impressione sul testo, letto nel tempo libero dalle occupazioni quotidiane. … Continua a leggere

Santa Cruz

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Promulgando il suo quarto motu proprio (Summorum Pontificum), a luglio 2007, il Santo Padre Bendetto XVI volle contestualmente erigere a Roma una parrocchia personale (non territoriale) per i fedeli che, prediligendo il rito preconciliare, volessero liberamente ascriversi. La nuova parrocchia fu istituita presso la chiesa SS. Trinità dei Pellegrini, luogo caro a San Filippo Neri, poiché dopo l’edificazione ex-novo (1614) … Continua a leggere

ita me tua grata miseratióne dignáre mundáre

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Durante l’anno di postulato trascorso coi frati della mia parrocchia di allora, lessi il primo storico libro pubblicato dal sig. Enzo Bianchi (non più priore del “monastero” di Bose): Pregare la parola. Conservo ancora la fotocopia tutta ben evidenziata e annotata; un libro senza dubbio apprezzabile riguardo al soggetto letterario specificato nel titolo. Il libro si compone di due parti: … Continua a leggere

A peste, fame et bello libera nos, Domine

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Come nuova possibile pubblicazione tempo fa avevo pensato a un libro di barzellette. Il mio editore mi batté sul tempo riguardo il caso Vigasì-Viganò, però altri spunti sono arrivati da voci di corridoio che dichiarano le alte sfere della gerarchia ecclesiastica pronte a chiudere le chiese col medesimo «senso di responsabilità» dello scorso marzo. In alternativa si potrebbe fare l’esperienza … Continua a leggere

 altare sgarrupato nun s’appicciano cannele

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Un cordiale saluto di buon giorno o buona sera a seconda dell’orario in cui sarete naufragati qua nella navigazione web. Ho da confessare una cosa, anche piuttosto grave: è successo che ho perso la pazienza. La “pazienza” quarto frutto dello Spirito Santo che San Paolo enumera nella lettera ai Galati (5,22), rappresenta il modo cristiano del patire; tutti gli uomini … Continua a leggere

Teofori e necrofori

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Voi gridate, voi esclamate, che colui, che vi ha calunniato, è un tristo, ed un infame, che parla per pura invidia, che è un uomo senza fede, e senza legge. Via, sia così. Ma questo sfogo guarisce forse la piaga del vostro cuore? E perché colui che è pazzo, e ha parlato male, volete voi essere così sciocchi, come lui, … Continua a leggere

introibo ad altare Dei

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Tra coloro che si compiacciono della liturgia tradizionale compaiono alcuni che, per superficialità in tutto simile ad ignoranza, ricercano solo la forma esteriore. C’è chi boccheggia e sospira pensando alla musicalità del latino, senza perdere tempo a sfogliare solo qualche pagina di grammatica. E ci sono in numero consistente quelli che amano pavoneggiarsi facendo sfoggio dei capolavori d’arte tessile, cioè … Continua a leggere

Digressione

La Santa Messa è il Santo Sacrificio del Calvario reso presente in modo incruento sull’altare. Il sacerdote è lo stesso, Gesù Cristo: infatti, il celebrante agisce in persona Christi. La vittima è la stessa, ossia Gesù Cristo sotto l’apparenza del pane e del vino, che nel momento della Consacrazione si trasformano sostanzialmente nel corpo e nel sangue della seconda persona della SS. Trinità.

Lo stesso Sacerdote, la stessa Vittima, lo stesso Sacrificio. Perciò non c’è e non ci sarà mai niente di più grande né di più glorioso sulla terra della Santa Messa, nella quale Nostro Signore Gesù Cristo, a Cui sia sempre ogni lode, onore e gloria, si immola per la salvezza del mondo.

Ora, il Rito Romano Antico ripresenta questo Sacrificio in modo sublime, in quanto il celebrante lo offre su di un altare elevato – simbolo del Calvario – e lo offre al Padre volto al Crocifisso, ch’è lo stesso Dio che ha assunto la nostra povera carne, ed al Tabernacolo che contiene Dio sotto le specie eucaristiche; in quanto canta o recita in una lingua sacra i testi che hanno santificato nazioni e popoli interi per duemila anni; in quanto i numerosi segni di croce, gl’inchini, le genuflessioni e tutti i gesti rituali esprimono e richiedono il debito raccoglimento, la riverenza, la pietà e la devozione dei presenti, mentre in mezzo a noi la realtà eterna, per la misericordia infinita di Dio, prende forma attualizzandosi. E l’altare, le candele, il santuario, l’ora e il giorno scompaiono, e noi misticamente ci troviamo di nuovo alle tre di pomeriggio sull’altura del Golgota: il sole eclissato, il cielo oscurato, la terra scossa, mentre il Preziosissimo Sangue sgorga dalle ferite adorabili e sacratissime del Salvatore per scorrer giù per il legno della Croce sulle teste di noi miserabili peccatori!

Che Iddio ricompensi abbondantemente il Santo Padre Benedetto XVI per la liberalizzazione di questo venerando Rito, che è, senza dubbio alcuno, il più eletto dei doni ch’Egli avrebbe potuto elargire alla Chiesa.

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Nova et vetera

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Nessun cattolico mette in dubbio la validità giuridica della riforma liturgica postconciliare, bensì si evidenzia l’interpretazione confusa e tendenziosa dei documenti, nel modo in cui si è voluto attuare i principi esposti dalla Costituzione conciliare. Id quod voluit, legislator dixit, quod taquit , noluit: quello che il legislatore ha voluto dire, lo ha veramente detto; quello che ha taciuto, non … Continua a leggere