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OIP

Nel suo Dialogo della Divina Provvidenza, dove si riferisce agli insegnamenti ricevuti da Gesù stesso, ella così si esprime sul vizio contro natura: Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: … Continua a leggere

Viva il Papa

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Il Romano Pontefice è – come tutti i fedeli – sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all’uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del … Continua a leggere

il Papa del Sinodo

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[ SERAFINO M. LANZETTA F.I., Super hanc petram, ed. Fiducia, Roma 2022, pp. 178-181 ] Anche il concetto di Chiesa popolo di Dio, largamente favorito da Francesco rispetto alle altre definizione ecclesiologiche, viene visto come chiaro riferimento al Vaticano II. Per Francesco la Chiesa come popolo è la totalità dei battezzati, la cui dignità deriva dal battesimo e dall’unzione dello … Continua a leggere

il Papa del Concilio

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[ SERAFINO M. LANZETTA F.I., Super hanc petram, ed. Fiducia, Roma 2022, pp. 168-170.174 ] Un primo importante riferimento al significato del Vaticano II si trova nell’intervista concessa dal primo Papa gesuita alla rivista “Civiltà Cattolica”, pubblicata il 19 settembre 2013, proprio agli inizi del pontificato francescano. L’intervista, condotta da p. Antonio Spadaro SJ, fu molto ampia. è interessante il commento di p. … Continua a leggere

oremus pro pontifice

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[ SERAFINO M. LANZETTA F.I., Super hanc petram, ed. Fiducia, Roma 2022, pp. 28-31 ] A complicare la faccenda, rendendo la situazione ecclesiale ancora più confusa, ha contribuito non poco la vicenda delle dimissioni di papa Benedetto XVI, dando adito a sospetti circa la loro validità, quando non a vere e proprie teorie complottiste. La formula della rinuncia, scritta in … Continua a leggere

pastorizia pastorale

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Enrico Maria Radelli, “Amerio: tanto dogma, tanta chiesa. Niente dogma, niente chiesa”, in Atti del Convegno di Studi: VECCHIO E NUOVO MODERNISMO. Radici della crisi della Chiesa, Roma 23/06/2018, pp.88-89 Come finalmente segnala il de Mattei nel suo Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta (Lindau, Torino 2011), servendosi astutamente della biforcazione individuata da Amerio: “spareggiare” non è “perdere”, il cardinale … Continua a leggere

pagine di S.M.Lanzetta

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  dal Prologo a Super hanc petram, ed. Fiducia 2022, pp. 12-13 Una Chiesa statica, immobile, fissista, non piace a Francesco. Però solo su un dato il Pontefice argentino è inflessibile: la riforma liturgica post-conciliare. Dello stesso Vaticano II, Francesco non si professa sempre un fedele esecutore, riferendosi expressis verbis al corpo conciliare, ma preferisce puntare piuttosto al suo spirito. Eppure in campo … Continua a leggere

repetita iuvant

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Una via per arrivare a comprendere cosa sia successo durante questo mezzo secolo è quella di pensare al delicato equilibrio tra due istanze che si confrontarono nell’ambito delle scelte effettuate, che potremmo denominare istanze ad intra e istanze ad extra, due facce della stessa medaglia. La Chiesa ha quella che chiameremmo una sua propria vita interiore, una vita liturgica, sacramentale, … Continua a leggere

Riflettere è ascoltare più forte

This is a general view of the central nave of Saint Peter's Basilica, transformed into the "hall" of the Roman Catholic Ecumenical Council, during the opening ceremony of the Council on Oct. 11, 1962 in Rome.  All the Council Fathers have taken their seats in the stands erected left and right, while Pope altar, under Bernini's huge bronze canopy, is seen in far background.  (AP Photo/Leslie Priest)

Il motu proprio Summorum Pontificum ha generato un fenomeno per molti sorprendente. Si tratta di un vero e proprio “segno dei tempi”: l’interesse che la forma straordinaria del rito romano suscita specie tra i giovani che non lo hanno mai sperimentato come forma ordinaria; manifestazione di una sete per “linguaggi” che non siano “la solita solfa”, ma che anzi invitano … Continua a leggere

…tutti giù per terra…

Digressione

La lettura di questo libro è appassionante come un romanzo, ma tutto vi è documentato secondo un rigoroso metodo storico. Questo aspetto merita di essere sottolineato in un momento in cui certe teorie cospirative sono esposte in maniera superficiale e talvolta fantasiosa. Per supplire alla mancanza di prove, queste teorie utilizzano la tecnica di una narrazione, che fa presa sulle emozioni, più che sulla ragione, e conquista chi, con un atto di fede, ha già deciso di credere all’inverosimile.
Julia Meloni racconta invece la storia di una cospirazione reale, di cui espone accuratamente il fine, i mezzi, i luoghi, i protagonisti. È la storia della “Mafia di San Gallo”, come la definì uno dei suoi principali esponenti, il cardinale belga Godfried Danneels.
(dalla recensione di Roberto De Mattei a La mafia di San Gallo. Un gruppo riformista all’interno della Chiesa, in Libero quotidiano, 15 novembre 2022)

Come leggerete nel libro di Julia Meloni, l’agenda di papa Francesco è l’agenda del cardinale Martini, cioè l’agenda di San Gallo. Praticamente tutto ciò che vi è stato detto o non detto su quest’agenda è stato reso pubblico, oppure no, allo scopo di diffondere la visione di papa Francesco come “il papa delle sorprese”. Tra tutti i 265 pontefici risalendo fino a Pietro, nessuno di loro può eguagliare (almeno da vicino) il livello a cui il pontificato di Francesco era stato ideologicamente preordinato. È inutile dire che, per chiunque fosse al corrente della mafia di San Gallo, non è stato affatto sorprendente quanto accaduto al conclave del marzo 2013. Anche se per il resto del mondo l’esecuzione di una cospirazione mafiosa appare come qualcosa di sconvolgente, concepirla e realizzarla richiedono esattamente l’opposto ai cospiratori: disciplina implacabilmente esigente, linee e sguardi prememorizzati e livelli di determinazione mescolati a scarsa chiarezza. Ora, come Meloni evidenzia efficacemente, l’attuazione dell’agenda di San Gallo era semplicemente questione di “pazienza” e di “tempo”. L’agenda era così ben calcolata che, anche tra gli estranei alla mafia questo shock può costituire solo una spiegazione parziale. I più acuti oppositori della mafia vedevano che quella fazione prendeva piede.
(dalla premessa a Julia Meloni, La mafia di San Gallo, trad.it. Stefano Chiappalone, Ed. Fede&Cultura, novembre 2022)

Pochi mesi dopo l’elezione di Benedetto, che lui stesso aveva paragonato all’abbattersi della lama di una ghigliottina, apparve un misterioso diario del conclave. Molti vi scorsero un precoce assalto al pontificato di Benedetto – e un elemento della campagna per la successiva ascesa papale di Bergoglio. Dichiarando di presentare il conteggio dei voti di un anonimo cardinale, il diario sosteneva che al primo ballottaggio Ratzinger ne raggiunse 47, Martini 9 e Bergoglio 10. L’articolo che lo accompagnava notava il buon auspicio implicito nel voto in più di Bergoglio rispetto a Martini – rivelando che un gruppo di cui faceva parte anche Danneels puntava a sostenere Bergoglio. (Julia Meloni, La mafia di San Gallo, trad.it. Stefano Chiappalone, Ed. Fede&Cultura, novembre 2022)