Vanitas vanitatum

ET OMNIA VANITAS


Il titolo in testa alla pagina è un adagio di spiritualità oratoriana piuttosto esteso per avere significati ermetici. Si comprende bene il significato cristiano che sottende la formulazione, ricordando che la Verità ci farà liberi, per essere servi gli uni degli altri, lieti di una vita che si fa dono.

C’è un assioma tradizionalmente ripetuto nell’ambiente filippino: “In veritate liberi, in caritate servi, in utraque laeti”: liberi nella verità, ci facciamo servi nella carità, e nella matura composizione di entrambe sperimentiamo la gioia. Quando nella letteratura oratoriana si parla di “uomini liberi” si intende che l’osservanza non è disciplinata dai vincoli dei voti, ma la libertà stessa impegna a una fedeltà tutt’altro che facoltativa.

Così scriveva monsignor Edoardo Cerrato in un libretto da lui curato per raccogliere massime e ricordi di San Filippo (Ed. San Paolo, Torino 2006). L’amore per la verità si coltiva nello studio, la libertà di spirito cerca di vivere il Vangelo per convinzione e senza imposizioni, la carità è il fine della vita cristiana, realizzare in tal modo la propria vocazione non può che portare gioia.

La gioia dovrà tuttavia misurarsi, essere provata, dalle tribolazioni e le angustie che nella vita vengono per esempio dagli eventi, dal vivere con gli altri, dal peso del proprio peccato… Allora si scopre che la “gioia cristiana” non ha fonte in sé stessi ma in Cristo stesso.

Christo mio, amor mio, tutto il mondo è vanità. Chi cerca altro che Cristo non sa quel che si vogli; chi cerca altro che Cristo non sa quel che dimandi
– San Filippo –

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