historia magistra vitae

Abbiamo assistito al cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II durante il pontificato di Benedetto XVI, un Concilio al quale lui stesso prese parte attivamente. Sebbene inizialmente guardasse con simpatia alla fazione liberale, in seguito ha lamentato il modo in cui l’insegnamento del Concilio è stato manipolato e distorto dallo spirito antinomico di un Concilio “dei media” o “virtuale”. Ha quindi richiesto, come farebbe qualsiasi cattolico, di leggere il Concilio secondo una “ermeneutica della continuità”, insieme a tutto ciò che era venuto prima e che fino ad allora era stato determinato. Attenendosi alla missione di custodire, insita nella natura del ministero petrino, papa Benedetto cercò di rettificare alcune – o molte – cose che nei cinque decenni precedenti erano andate storte.

(Peter Kwasniewski, Rinascita: La messa tradizionale come soluzione alla crisi della Chiesa, trad.it. Andrea de Meo Arbore, Ed. Fede&Cultura)

Si vede come le coincidenze tra noi e l’epoca patristica sono strette e quasi speculari. Ancor più che alla rete stradale delle comunicazioni imperiali, nel contesto attuale la Chiesa si trova davanti le vie dell’etere, della televisione e di internet. Sono le vie per la evangelizzazione mondiale, come allora furono le strade dell’impero romano.
Tutto questo conferma come le due epoche siano quanto mai simili, pur nell’irripetibile identità di ogni periodo storico, e possano perciò essere interpretate in modo analogo.
Possiamo allora presumere che, come allora seguì alla dissoluzione dell’Impero Romano il fiorire di una nuova grande civiltà, quella medioevale, così l’odierna situazione di incertezza e precarietà possa trovare una risoluzione positiva nell’apertura a quella civiltà dell’amore più volte accennata dai recenti Sommi Pontefici […]

(don Enrico FinottiVaticano II 50 anni dopo, Fede&Cultura, 2012, p.439)

historia magistra vitaeultima modifica: 2022-11-16T13:30:04+01:00da sedda-co
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