faccio nuove tutte le cose

Succede, infatti, che, malgrado l’età, non abbia che un brevissimo ricordo del culto “antico” della Chiesa. (…) Soltanto alcuni mesi dopo avrei trovato gli altari capovolti, con la nuova paccottiglia kitsch in compensato, alluminio, plastica, per sostituire il “trionfalismo” degli altari antichi, spesso firmati da maestri, incrostati di ori e marmi preziosi. Ma già da qualche tempo vedevo – sorpreso nella mia innocenza di neofita – le chitarre al posto degli organi, i jeans del viceparroco sporgenti sotto paramenti che si volevano “poveri”, le prediche “sociali” magari con dibattito, l’abolizione di ciò che chiamavano “incrostazioni devozionalistiche” come il segno di croce con l’acqua benedetta, gli inginocchiatoi, le candele, l’incenso. (…)
Assieme agli altri atti conciliari, il testo me lo lessi “dopo”, quando nella mia vita irruppe, imprevista, la fede. (…) Non trovavo alcuna raccomandazione di capovolgere l’orientamento dell’altare; non vi era nulla che giustificasse l’iconoclastia di certo clero che faceva la gioia degli antiquari, svendendo loro tutto quanto non rendesse la chiesa spoglia e disadorna come un garage. Luogo di assemblea partecipata, dicevano, di confronto e di dibattito, non di culto alienante, né – orrore supremo! – insulto alla miseria del proletariato con lo scintillio degli ori e l’esibizione dell’arte. (…)
Il passato recente è stato quel che è stato, i danni sono stati ingenti, qualche retroguardia di vecchi ideologi del “progressismo” ancora si ostina con i suoi slogan, ma nulla è perduto, perché i principi sono ben chiari, non sono stati intaccati. Il problema non è il Concilio ma, semmai, la sua deformazione: l’uscita dalla crisi sta nel ritornare alla lettera, e allo spirito, dei suoi documenti. (…)
Una prudenza dove c’è posto per il rinnovamento, ma non dimenticando mai la Tradizione, per cui il cambiamento non interrompe la continuità. Ecclesia non facit saltus: il Vaticano II è qui ascoltato e applicato come merita, ma nella sua intenzione vera, quella dell’aggiornamento e dell’approfondimento, senza discontinuità con l’intera storia della dottrina cattolica.

[ dalla prefazione di Vittorio Messori a Nicola Bux, La riforma di Benedetto XVI ]

faccio nuove tutte le coseultima modifica: 2022-11-15T20:19:08+01:00da sedda-co
Reposta per primo quest’articolo