ite, missa est

Il pensiero di Benedetto XVI circa il rinnovamento liturgico voluto dal concilio, condiviso dalla maggior parte dei vescovi, è che contenga ricchezze non pienamente esplorate (cfr. Sacramentum caritatis n.3). Quindi la riforma liturgica non è affatto perfetta e conclusa: c’è bisogno di correzioni e integrazioni, procedendo però in modo differente dal tempo postconciliare, non imponendo obblighi se non quelli necessari, illustrando le possibilità e promuovendo il dibattito.
Per riprendere il movimento liturgico vanno conosciuti i fondamenti teologici della liturgia descritti in modo sistematico nel Catechismo della Chiesa Cattolica (artt. 1077-1112), in base alla costituzione Sacrosanctum Concilium: aiuteranno ad individuare gli aspetti testuali e rituali bisognosi di restauro.
[Nicola Bux, La riforma di Benedetto XVI, Ed. Il Giglio, Napoli 2022, p.121)

E’ in atto una battaglia sulla liturgia: diversamente da quella che agli inizi del secolo scorso diede origine al movimento liturgico, la materia del contendere non è appena il rito romano antico. Tuttavia Joseph Ratzinger rassicura: «la lotta per la corretta interpretazione e la degna celebrazione della sacra liturgia è necessaria in ogni generazione». Pertanto, come per il motu proprio che ripristina l’uso della messa antica, l’intenzione di «giungere ad una riconciliazione interna nel seno della Chiesa» implica non solo la piena ricomposizione dello scisma formale dei lefebvriani, ma anche il superamento della cesura nel processo di riforma della liturgia contrapponendo il nuovo rito all’antico. Lasceremo cadere questa opportunità, se amiamo veramente la Chiesa e la sacra liturgia?
[ibidem, p.49]

GPII

ite, missa estultima modifica: 2022-11-11T16:46:12+01:00da sedda-co
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