d’amore e d’accordo

 

Quanto estesa è oggi la presenza del neo-modernismo nella Chiesa? E’ difficile trovare un seminario o un’università cattolica, che ne siano immuni. La domanda dovrebbe essere rovesciata. Qual è il seminario o l’università cattolica fedele al Magistero della Chiesa? Purtroppo non è difficile rispondere a questa domanda. Il modernismo pervade la Chiesa, anche se pochi lo rivendicano esplicitamente. Tra questi è il cardinale Gianfranco Ravasi che in un articolo apparso su il quotidiano “Il Sole-24 ore” ha affermato che l’intuizione di base del modernismo era legata alla necessità di un “aggiornamento” culturale sistematico dell’analisi e della comunicazione del messaggio cristiano e che in sé l’operazione era non solo legittima, ma necessaria. Per il cardinale Ravasi Loisy, Tyrrell, Buonaiuti, erano teologi di grande qualità intellettuale contro cui si abbatté la repressione antimodernista della Chiesa.

Il cardinale Kasper non rivendica il modernismo in maniera esplicita come Ravasi, ma la sua visione filosofica e teologica è imbevuta degli stessi errori. I suoi maestri sono Sehelling ed Hegel, Heidegger e Rahner. Da questi autori assume l’idea di un rinnovamento del metodo teologico in cui il divenire prevale sull’essere, il tempo sullo spazio, la storia sulla natura, la Scrittura sulla Tradizione, la prassi sulla dottrina, la vita sulla verità.
Nella relazione con cui il cardinale Kasper ha paerto il 20 febbraio 2014 i lavori del Concistoro straordinario sulla famiglia, il Cristianesimo si trasforma in vita senza verità, o meglio in vita che produce la verità nel “divenire” dell’esperienza. La prassi, diviene il metro di valore e poiché la vita di molti cristiani è immersa nel peccato, al punto che oggi non lo si ritiene più tale, la Chiesa dovrà adeguare la sua dottrina a queste convinzioni vissute, negando il concetto stesso di peccato, privo di significato ontologico. Il criterio ultimo della verità diviene la realtà sociologica.

I buoni rapporti tra papa Francesco e il cardinal Kasper sono noti, ma malgrado Bergoglio abbia passato un periodo di studio in Germania, è difficile immaginare che egli abbia gli strumenti intellettuali per comprendere i passaggi più criptici della teologia rahneriano-kasperiana. La cultura di Bergoglio, più che del confratello Rahner è debitrice di un altro confratello, il padre de Lubac, e attraverso de Lubac, si collega a Blondel come moltiesegeti del pensiero bergogliano ci assicurano.

ROBERTO DE MATTEI, “Il modernismo: radici e conseguenze storiche”, in atti del convegno di studi a Roma del 23/06/2018, ed.Fiducia 2021, pp.28-29

 

d’amore e d’accordoultima modifica: 2023-06-07T16:13:26+02:00da seddaco
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