Veramente il Concilio Vaticano II è colpito da fronti opposti: in questi cinquant’anni alcuni lo hanno esaltato con una lode assoluta e mirata a giustificare la rottura con la precedente Tradizione della Chiesa per iniziare un percorso senza radici e basato quindi sulla scuola di alcune ideologie imperanti; ora lo si capisce nell’accusa di essere nei suoi stessi documenti inficiato di sostanziale discontinuità con la Tradizione di sempre e per questo non più del tutto affidabile. Versanti diversi che comunque hanno come comun denominatore una lettura erronea del Concilio, del suo valore teologico e dell’autorità dei suoi documenti autentici. La via media, l’unica che assicuri la giusta visione delle cose, ossia il Concilio come fatto teologico nella continuità della Tradizione e inseparabile anche da un suo legittimo e coerente progresso, sembra essersi oscurata nella odierna sensibilità ecclesiale. Due schieramenti opposti, quindi, che porteranno solo ad attriti e incomprensioni.
[don Enrico Finotti, Vaticano II 50 anni dopo, ed. Fede&Cultura, 2012]