Sacrosanctum…

I pericoli della “discontinuità” tra preconcilio e postconcilio furono già evidenziati dal filosofo francese Jean Guitton in un noto articolo «Sviluppo e non rottura della dottrina della Chiesa» scritto nel 1966, all’immediata chiusura del Vaticano II, sulla soglia del postconcilio. La sua lucida analisi fu in piena armonia col sentire dell’allora papa, Paolo VI, di cui era amico, e rivela ancor oggi una perfetta aderenza al pensiero di Benedetto XVI. Ciò significa che il senso corretto e l’equilibrio dottrinale fu sempre presente, fin dagli inizi, nella Chiesa postconciliare e spiriti illuminati e fedeli lo seppero attestare con nobiltà di linguaggio e precisione di indagine.

La storia della Chiesa insegna che i periodi difficili e “vulnerabili” sono quelli che seguono un Concilio – così scrive Jean Guitton in un articolo della France Catholique. I pericoli che minacciano il Vaticano II, e ne possono ritardare ed anche compromettere i frutti, sono due: da una parte “il pericolo della inerzia”, cioè la ostinata resistenza interna in attesa di ritornare alla situazione precedente, che il Concilio si è prefisso di riformare. Ma non è il pericolo più grave per la fede.

Il vero pericolo è il secondo: l’atteggiamento di coloro che vogliono vedere il Concilio non come “uno sviluppo della dottrina” che conserva l’identità delle origini attraverso gli adattamenti lungo il corso dei secoli, ma come “rottura” con il passato, come una “riscoperta” fatta dopo quindici secoli della verità evangelica.

In altri termini, che si contrapponga la Chiesa di Gesù Cristo alla Chiesa storica, fino a presentare quest’ultima incomprensibile, sorpassata, estranea, anzi cieca e perfino colpevole; e si contrappongano, quindi, cattolici a cattolici, generazioni di ieri a generazioni di oggi.

Le accuse di costoro si possono così formulare: finora parlando della Chiesa si è insistito, quasi esclusivamente sull’autorità, la legge, il diritto, la gerarchia e quindi la sottomissione. Questo tempo d’ignoranza è finito. Incomincia l’era della libertà e, di conseguenza, della dignità umana e cristiana. Ancora: finora si è predicato che la Chiesa è legata all’idea di verità, la verità divina ed integrale comunicata attraverso una formulazione umana. Questo tempo è finito. La verità è al di là della Chiesa, è nella convergenza di tutte le verità possedute da tutte le famiglie spirituali verso un al di là ancora non ben definito, che sarà il Cristo in tutto e in tutti.

Finora si è insegnato che la Chiesa è fondata sulla roccia, cioè Pietro. È finito questo tempo. La Chiesa si presenta come la comunione dei vescovi, segno della comunione dei cristiani, della quale il papato non è che il docile interprete. Finora si era detto che la Chiesa non è di questo mondo, che essa si oppone allo spirito di questo secolo. Finiti questi tempi. La Chiesa riconosce che lo Spirito opera come storia del mondo, che questa è una specie di rivelazione, per cui la Chiesa si deve porre alla scuola e in ascolto del mondo in molte cose. E si poterebbe continuare l’elenco di queste posizioni dialettiche. […]

(J.Guitton, “In margine al Concilio”, in RDT, gennaio 1966, pp.64-65)

Quel periodo di interpretazione fondata su un’idea di discontinuità, che insorse nei primordi del postconcilio, è ricordato ancor oggi dalle parole di Benedetto XVI, che invitano a non ripetere il tragico errore:

Sappiamo, infatti, come dopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convinti che tutto fosse nuovo, che ci fosse un0altra Chiesa, che la Chiesa pre-conciliare fosse finita e ne avremmo avuta un’altra, totalmente “altra”. Un utopismo anarchico! E grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia.

(Benedetto XVI, Udienza generale del mercoledì, 10 marzo 2010)

Ecco l’indicazione saggia dei Sommi Pontefici per la Chiesa di oggi, che nella visione soprannaturale della fede conserva sempre un aspetto di profondo ottimismo, che apre alla speranza e alla lieta fiducia in Dio che sempre guida e custodisce la sua Chiesa e mediante essa salva l’intera umanità.

Sacrosanctum…ultima modifica: 2022-09-30T15:55:21+02:00da sedda-co
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