Ecclesia semper reformanda

dalla prefazione di Albert Malcolm Ranjith (Segretario emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti) al libro “Riforma della riforma liturgica” di don Claudio Crescimano

L’allora Cardinale Joseph Ratzinger, in un convegno tenuto nel luglio 2001 a Fontgombault (Francia), disse: “Però in questo progresso reale che il movimento liturgico portò – il quale ci guidò verso il Vaticano II, e la Sacrosanctum Concilium – vi era anche un pericolo: il disprezzo del Medioevo come anche della teologia scolastica. A partire da questo momento iniziò una separazione di vie […]. Mi pare che già verso gli inizi degli anni cinquanta e certamente dopo il Concilio, i rischi inerenti e anche visibili del movimento liturgico divennero una grande tentazione, un pericolo serio per la Chiesa […] perché i liturgisti avevano acquisito una autorità de facto: abbiamo sempre meno riconosciuta l’autorità della Chiesa e l’esperto diventava l’autorità. Questo passaggio dell’autorità agli esperti trasformò tutto e questi furono a loro volta influenzati da una esegesi profondamente condizionata da opinioni protestanti” (AA.VV, Autour de la Question Liturgique, Actes des Journées liturgiques de Fontgombault 22-24 Juillet 2001, Abbaye Notre-Dame, 2001, pp. 175-176).
Basti solo leggere “L’Introduzione allo spirito della liturgia” (Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2001) per essere convinti soprattutto del suo desiderio di intraprendere un’ulteriore riforma della riforma che egli sembra proporre in quasi tutti gli argomenti trattati. Difatti nella premessa a questo libro l’allora Cardinal Ratzinger parla della necessità di prendere, rapidamente, le misure necessarie per porre fine agli influssi dannosi dei diversi errati tentativi di restauro o di ricostruzione della Liturgia (cfr. p. 6). Nel senso che essa deve essere liberata da quei cambiamenti introdotti dai riformatori sotto l’influsso di un certo tipo di liberalismo o meglio da una mentalità condizionata da quell’anti-spirito del Concilio, di cui parlò nella sua intervista con il giornalista italiano Vittorio Messori (Rapporto sulla Fede, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2005, p. 33).

La dimensione ascendente della liturgia diventa un nostro adeguarsi all’actio divina e lascia ben poco spazio alla nostra creatività; l’essenziale consiste nel nostro lasciarci assorbire nell’azione e dall’azione di Cristo Sommo Sacerdote. In questo senso ciò che dovrebbe succedere in ogni riforma teologica, o liturgica, non è la sottomissione della fede e della disciplina alle nostre manipolazioni o creatività personali o comunitarie, ma il suscitare in noi un’approfondita ed aggiornata scoperta delle verità oggettive già rivelate e delle tradizioni liturgiche già maturate nella storia.
Parlando della salus animarum possiamo affermare che la liturgia è quel singolare momento in cui ogni singolo fedele come anche la comunità stessa radunata in preghiera, viene a “toccare” con i propri sensi, mente e cuore, l’augusta presenza del Signore in mezzo alla loro vita, così fragile e limitata, il momento dell’incontro con Dio, l’Emmanuele. Non c’è altro momento così grandioso come questo. Nella liturgia, e specificamente nella celebrazione Eucaristica, i cieli aprono le loro porte e la gloriosa presenza dell’Agnello immolato, accompagnato dagli angeli e i cori celesti, discende sull’altare unendo a sé e al suo perenne atto sacrificale ciò che si celebra per la salvezza degli uomini. Nessun altro momento è così importante per la Chiesa come quello in cui si celebra la liturgia, stimolo insostituibile della fede e della testimonianza cristiana. Per questo, non può essere veritiera ogni pretesa egoistica di poter manipolare, cambiare, o magari eliminare ciò che abbiamo ricevuto, o poter sottomettere alle teorie scientifiche umane o alla pedanteria delle scienze liturgiche, la trascendente nobiltà, dignità e la sacralità ed il senso del mistero della liturgia. Nessun liturgista o teologo ha la scienza o il diritto di pretendere che egli abbia il potere di decidere come la Chiesa deve essere unita in comunione di preghiera con il suo eterno Sposo Gesù.

Ecclesia semper reformandaultima modifica: 2022-06-19T16:57:47+02:00da sedda-co
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