Er Munnizza

Lo sviluppo raggiunto dall’uomo nel terzo millennio vede l’ingegneria civile impegnata ad estendere la fibra ottica e il gas cittadino. Ai tempi di Gesù il progresso era a un livello ancora basilare. Nell’antica Roma l’innovazione urbanistica vide anzitutto la strutturazione della rete fognaria. Comprendiamo l’importanza delle fogne, se consideriamo nell’igiene pubblica l’usanza di defenestrare i liquami domestici sulle strade. La condotta fognaria fu un’importante opera pubblica, dai romani chiamata cloaca massima (“la fogna più grande”), scavata nel sottosuolo per tenere sana la superficie esterna abitata. La feccia era tanta che a Roma vi erano pubbliche latrine gestite da privati, ai quali l’imperatore Vespasiano pensò di imporre una tassa (la centesima venalium, sull’urina raccolta); rimase proverbiale la risposta data al figlio Tito: «pecunia non olet».

Parlando al mondo occidentale San Paolo, invece di dire «noi siamo il regno», dirà «noi siamo membra del corpo di Cristo» (1 Cor 12,27), perché la categoria di “regno”, comprensibile alla concezione semitica, non andava bene per quelli che venivano dal paganesimo (repubblica e impero), mentre le categorie di «capo» e «corpo» sono accessibili a tutti. Sentendo nominare il “corpo mistico di Cristo” viene inevitabilmente in mente San Paolo che ne ha utilizzato l’immagine. Tuttavia il corpo mistico di Cristo non fu una figura letteraria di sua invenzione, in quanto realtà espressa a chiare lettere dallo stesso Gesù Cristo. Nell’offerta del pane e del vino che divengono il suo Corpo e il suo Sangue (eucarestia) Gesù simboleggia l’offerta di tutto se stesso. Ma in riferimento al “corpo mistico” c’è un’altra affermazione ancora più significativa: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo (Gv 2,19-21). Gesù identificava il suo corpo come il nuovo “tempio”. Il Tempio di Gerusalemme, centro della religione ebraica, non aveva più ragione di esistere, lasciando il posto a un nuovo tempio, formato dall’insieme dei credenti che costituiscono il suo corpo mistico: anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale (1 Pt 2,5). La lettera apocrifa di San Giuda Apostolo dice pure: Ma voi, carissimi, costruite il vostro edificio spirituale sopra la vostra santissima fede, pregate mediante lo Spirito Santo (versetto 20). La Chiesa intesa come comunità dei credenti rappresenta il nuovo corpo di Cristo, non più carnale e materiale, ma inteso nel senso mistico proprio dello Spirito. È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri (Ef 4,11), ognuno rappresenta un membro del corpo mistico al quale è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune (…) Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo (1 Cor 12,7.12). Come sappiamo, San Paolo specifica pure che Cristo è il capo del corpo che è la Chiesa (Col 1,18) e in lui verrà tutto “ricapitolato” alla fine dei tempi. In greco il termine ricapitolazione (anakefalaiosis) contiene appunto in sé la radice di testa, capo (kefalé) del corpo di cui noi siamo le membra.

Un corpo per le sue funzioni fisiologiche produce materie di scarto, sostanze rifiutate perché nocive all’organismo. Nell’alimentazione assumiamo una gran quantità di sostanze che il processo digestivo demolisce, seleziona e assimila o rifiuta. L’espulsione degli escrementi consente al corpo di non avvelenarsi. Quando in noi non funzionano le membra preposte ad “andare di corpo”, ci preoccupiamo di assumere alimenti che aiutino la naturale funzione lassativa. Un corpo che non è capace di purgarsi degli elementi insani è destinato ad autoavvelenarsi.

Er Munnizzaultima modifica: 2021-02-11T14:49:56+01:00da seddaco
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