Nella sciagurata ipotesi che il ddl Zan-Scalfarotto-Boldrini venisse approvato pure al Senato, in Italia saranno perseguibili penalmente tutti i cittadini di parere difforme ai signori estensori la norma. Ovvero si introdurrà un reato di opinione che, a partire dall’indomani, darà assai filo da torcere alla Corte Costituzionale, ma senza dubbio incrementerà all’eccesso l’attività giudiziaria di tutto il sistema di giustizia. Al fine di tutelare alcune categorie individuate secondo l’orientamento sessuale, viene soppressa la libertà di espressione e di pensiero, nonché la potestà educativa dei genitori sui figli. Non basta la tutela giuridica dell’ipersensibilità che considera lesa maestà ogni critica, non bastano gli pseudomatrimoni che scimmiottano la famiglia naturale, gli attivisti LGBTQ+ devono imporre il gender nelle scuole e ricevere finanziamenti pubblici. Chissà fin dove vorranno spingersi in questo folle progetto liberticida che sta passando in sordina a tutto il popolo italiano. In linea di principio il prossimo passo sarà affermare che per rispettare una religione diversa dalla propria bisogna professare la fede altrui. Allora vorrei cautelarmi dichiarando preventivamente che io non credo proprio alla diceria per cui l’arcangelo Gabriele sia apparso per ventitré anni al sommo profeta Muhammad, né tanto meno che Abramo alla Mecca abbia costruito una casa ad Allah. Non credo quindi che l’Islam perfezioni la rivelazione ricevuta nelle precedenti due religioni “abramitiche”, non sono disposto a sottomettermi al Corano e, per sentirmi rispettato, non pretendo neanche che gli altri professino la trinità di Dio, o celebrino incarnazione, passione, morte e risurrezione di Cristo. Insegnare nelle scuole ad osservare i cinque precetti della Chiesa mi parrebbe come pensare che l’insegnante istruisca gli alunni pure in bagno (in vece del genitore). Mi congratulo con la lobby gay per i risultati che è riuscita a conseguire, però c’è un limite a tutto.
