mihíque, et ómnibus, pro quibus illud óbtuli, sit, te miseránte, propitiábile

Terminando di dare la comunione, si ripone il Santissimo Sacramento, si purificano i vasi sacri, il celebrante lava pure le sue dita con le abluzioni e alcune preghiere di ringraziamento. Quindi il sacerdote purifica il calice e lo ricopre con il suo velo. Tornato al Messale, declama una preghiera di gratitudine: il postcommunio. Ringraziato Dio per i benefici ricevuti dal santo sacrificio e dalla comunione adesso, il celebrante congeda i fedeli e li benedice. La Messa iniziata nel nome delle tre Persone Divine, non potrebbe avviarsi alla conclusione in modo migliore che con la benedizione in nome della Trinità. La Messa si chiude poi con la lettura dell’Ultimo Vangelo: il Prologo di S. Giovanni. L’evangelista ci esorta a fissare la nostra attenzione sulla divinità del Verbo che si è fatto carne e si è fatto tutto a tutti nella Messa.

Il Signore avendo amato i suoi li amò fino alla fine. Sapendo che era giunta la sua Ora di passare da questo mondo al Padre, mentre cenavano lavò loro i piedi e diede loro il comandamento dell’amore. Per lasciare loro un pegno di questo amore, per non allontanarsi mai dai suoi e renderli partecipi della sua pasqua, istituì l’Eucarestia come memoriale della sua morte  e risurrezione e comandò ai suoi apostoli di celebrarla fino al suo ritorno, costituendoli “in quel momento sacerdoti della Nuova Alleanza (Concilio di Trento)

L’istituzione della eucaristia avvenne nella sera del giovedì santo, quando a tavola celebrava in quel momento la Pasqua ebraica che precedeva di alcune ore la sua immolazione e la sua cruenta passione. Il contenuto della Nuova Alleanza sostituì il vecchio e anticipò ritualmente il sacrificio, che da allora diveniva un sacramento, quello del suo corpo e del suo sangue offerti per la redenzione dell’umanità. Il primo racconto scritto della istituzione di questo sacramento è la lettera ai Corinzi, poiché precedente alla stesura dei Vangeli.

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quanto vi ho trasmesso, cioè che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il pane, e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo che è dato per voi, fate questo in memoria di me. Così pure, dopo aver cenato prese anche il calice dicendo: Questo è il nuovo patto del mio sangue. Fate questo tutte le volte che ne berrete in memoria di me. Ordunque tutte le volte che voi mangiate di questo pane e bevete di questo calice, celebrate la morte del Signore, finché egli venga. (1 Cor 11,23-29)

Gli altri brani che riguardano la istituzione della Eucaristia sono: Mt. 26, 26-29; Mc. 14, 22-25; Lc. 22, 14-21 e Gv. 13, 1-17. Si tratta di uno di quei momenti in cui i Vangeli riferiscono le “ipsissima verba” del Figlio di Dio, cioè le parole esatte uscite dalla bocca di Gesù. E’ del tutto evidente che, nella normalità, noi non ci chiediamo, che cosa “significhi” una espressione come “questo è il mio dito”, oppure “questo sono io”… La chiarezza di tali parole è talmente lampante che non va spiegata. Non così, secondo alcuni, per le santissime parole di Gesù, le quali sono state a volte prese come simboliche, altre volte come solo spirituali, o comunque non rispondenti alla verità delle parole proferite dal Cristo (impanazione: resta il pane assieme alla presenza di Gesù; tran-significazione: il pane rappresenta Gesù ecc.) Esse invece, dicevamo, vanno intese come indicazione della verità che si operò a partire dalla Ultima Cena: nella Eucarestia è presente Gesù vivo e vero!

  • MATTEO: Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.
  • MARCO: Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”.
  • S. LUCA: Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.

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Prefigurazioni dell’Eucarestia

I SACRIFICI DELLA LEGGE ANTICA – Nel tempio di Gerusalemme, gli ebrei offrivano tra le primizie della terra, anche il pane ed il vino al Signore, come gesto di riconoscenza. Anche Melchisedek, sacerdote e re offri a Dio pane e vino (Gn 14,18). Inoltre nella Pasqua antica (Es. 12, 1- 20), che ricordava e celebrava la liberazione del popolo di Israele dall’Egitto, liberazione avvenuta durante la fuga di notte, veniva usato il pane azzimo, mentre Israele avrà pane soltanto nella Terra Promessa, dopo i quaranta anni di cammino nel deserto.

  • Nell’offerta dei pani e del vino che si compiva nell’A.T. la Chiesa vede la prefigurazione della sua offerta quotidiana (sacrifici e preghiere) che unita all’offerta di Gesù (il Pane ed il calice consacrato) ottiene salvezza e pace al mondo.
  • Nell’offerta di Melchisedek è indicato il nuovo e perpetuo sacerdozio che Cristo possiede in forma eminente e che partecipa ai suoi ministri affinché possano compiere l’Offerta del Sacrificio.
  • Nella Pasqua antica e nella sua celebrazione annuale è prefigurato il sacrificio di Cristo Agnello senza macchia nel cui sangue è redento il mondo. Nel pane azzimo la fede che la situazione in cui vive l’uomo non è definitiva ma cammina verso la pienezza della vita eterna.

LA MANNA – Durante il suo cammino verso la terra promessa il popolo di Israele brontolava contro Dio, rimpiangendo la schiavitù d’Egitto, perché li almeno aveva da mangiare carne e pane. Dio promise e fece cadere sull’accampamento la manna per 40 anni, ogni giorno. Essa era un qualcosa di granuloso e dolce (più o meno il sapore di una focaccia con miele), che veniva trovato sui cespugli intorno all’accampamento. La manna veniva data da Dio nella quantità sufficiente alla necessità del giorno, conservata marciva e imputridiva, il venerdì la quantità era doppia, anche per il sabato (cfr, Es. 16, 1-36). La manna è figura dell’eucarestia:

  • perchè essa è una sorta di pane;
  • perché veniva dal cielo,
  • perché ne veniva data la quantità giornaliera,
  • perché durò quanto il viaggio verso la terra promessa.

MOLTIPLICAZIONE DEI PANI – Gesù durante la sua predicazione moltiplicò per due volte pani e pesci per venire incontro alle necessità delle persone che lo seguivano da giorni senza avere la possibilità di nutrirsi (Mt. 14,13-21; 15,32-39).

  • I miracoli della moltiplicazione del pane e dei pesci, sono pure anticipazioni della Eucaristia, non solo perché provocano Gesù al discorso del Pane di vita (Gv. 6, 22 ss) ma anche perché nel segno del pane moltiplicato per la moltitudine noi leggiamo la sovrabbondanza dell’unico Pane eucaristico che sfama l’umanità affamata di verità e alla ricerca di cibo che la nutra per la vita eterna.
  • Anche il vino di Cana è segno del banchetto del paradiso dove coloro che si salveranno berranno il vino nuovo (Mt 26, 29).

  1. EUCARESTIA: deriva dal greco eucharistein (ringraziare) e deriva dalle parole del vangelo (Mt. 26,26; Mc.14,22; Lc. 22,19) e da S. Paolo (1Cor. 11,23), che riferisce che il Signore “rese grazie” nell’Ultima Cena, nel prendere il pane ed il vino.
  2. CENA DEL SIGNORE: è il nome che richiama il momento istitutivo del sacramento, l’Ultima Cena nella quale Gesù volle mangiare la pasqua con i suoi discepoli.
  3. SANTA CENA: questo nome viene usato più nell’ambito protestante che cattolico, anche se è stato recepito ultimamente anche dalla Chiesa. Anche questo nome del sacramento è derivato dal momento istitutivo del sacramento.
  4. FRAZIONE DEL PANE:è il nome più antico, di origine ebraica, che si identifica col gesto rituale che il Signore compì nell’Ultima Cena.
  5. ASSEMBLEA EUCARISTICA (SINAXIS): in quanto l’Eucaristia viene celebrata nell’assemblea dei fedeli, espressione visibile della Chiesa.
  6. MEMORIALE della Passione e della Risurrezione del Signore: è il termine più usato, sia perché di chiara origine biblica, sia perché collega quanto si compie sull’altare con il sacrificio della croce.
  7. SANTO SACRIFICIO: perché supera i sacrifici antichi e li porta a compimento nel sacrificio del Cristo. Nello stesso senso anche detto: SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA, SACRIFICIO SPIRITUALE, SACRIFICIO PURO E SANTO
  8. SANTA E DIVINA LITURGIA : è il termine che usano gli orientali per indicare la celebrazione del sacramento, cioè la Messa. Indica che l’eucarestia è il vertice del culto cristiano.
  9. COMUNIONE: è il nome usato considerando gli effetti che produce: cioè unire a Cristo e cementare nella carità la comunità.
  10. SANTA MESSA: il termine messa è derivato dal congedo liturgico, che è anche un invito al successivo raduno liturgico (andate, la messa è compiuta) ma si fa derivare anche dal latino mittere (mandare), missio (missione), dall’ebraico missah (oblazione- offerta) e dal greco mùnsis (iniziazione).
  11. SANTISSIMO SACRAMENTO: perché è il più importante ed eccelso tra i sacramenti. Viene solitamente usato per indicare il frutto della celebrazione, cioè il tabernacolo o la presenza reale.
  12. VIATICO: indicando così la recezione del sacramento nella malattia o in costanza di morte.
  13. SANTI MISTERI: in riferimento al fatto che l’eucarestia è un mistero ma anche al fatto che essendo il cuore della vita cristiana veniva manifestato ai neofiti gradualmente e celebrato solo dai cristiani con grande devozione e riservatezza. In questo senso intendiamo anche il nome: MISTERO EUCARISTICO
  14. PANE DEGLI ANGELI: in riferimento al fatto biblico della manna, pane del cielo, luogo dove sono tradizionalmente situati gli spiriti beati. In questo senso si può allora fare riferimento alla eucaristia come PANE DEL CIELO
  15. SACRAMENTO DELL’ALTARE. Perché sull’altare si celebra e si conserva il sacramento della eucaristia.
  16. SACRIFICIO DELL’ALTARE. Perché sull’altare si compie ogni giorno l’offerta della eucaristia
  17. OSTIA SANTA: perché nell’Ostia consacrata è presente tutto il Signore.
  18. BANCHETTO EUCARISTICO:perché alla consumazione del Pane eucaristico è finalizzata la celebrazione della Messa, che Gesù per la prima volta celebrò come banchetto.
  19. AGAPE: con questo termine greco si indica il pasto fraternamente e assieme consumato dalla comunità.
  20. PANE DI VITA: perché con questo termine si concretizza l’insegnamento che viene da Gesù stesso che ci ha detto di essere Lui il pane della vita.
  21. PANE EUCARISTICO: in riferimento alla materia del sacramento, al pane, il quale essendo stato consacrato non è più pane semplice ma appunto eucaristico.
  22. PANE DEI PELLEGRINI: in riferimento al fatto che diventa il cibo per il pellegrinaggio terreno dei fedeli.
  23. SACRAMENTO DI SALVEZZA. In quanto contenendo Gesù autore della redenzione e rinnovando l’offerta che Egli fece di sé è causa della salvezza eterna per chi lo riceve.

mihíque, et ómnibus, pro quibus illud óbtuli, sit, te miseránte, propitiábileultima modifica: 2020-11-28T14:12:58+01:00da seddaco
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