Casta meretrix

Il “santo della provvidenza” ai nostri tempi non va più tanto di moda, ma era in voga per quasi cinque secoli. Rappresenta un precursore del Concilio di Trento e quindi audace promotore della controriforma quanto a pratica sacramentale dei suoi chierici regolari, i primi preti a professare voti e vita comune. Il suo modello di santità sacerdotale ha sparso germi di bene fruttati nel risanamento della crisi ecclesiale dell’epoca, infatti San Gaetano Thiene scriveva in due lettere che la Chiesa un tempo santa è ora Babilonia; rimane santa in sé ma prostituta nei suoi ministri.

Non darti alla gioia, Israele,
non far festa con gli altri popoli,
perché hai praticato la prostituzione,
abbandonando il tuo Dio,
hai amato il prezzo della prostituzione
su tutte le aie da grano. (Os 9,1)

Suor Laura Mignani era una suora del monastero agostiniano di Brescia, alla quale Gaetano Thiene era legato da filiale amicizia, per cui le scriveva in tono informale, potendosi confidare liberamente. Il 31 luglio 1517 dalla città eterna le spediva questa missiva: Nell’oscuro bosco in cui mi trovo [Roma], possa io cibarmi solo di esso [il «celeste cibo»] e trovare amaro tutto ciò che è del mondo. […] Vi raccomando questa città, una volta “santa”, ora Babilonia. Un mese prima della fondazione dell’ordine teatino (1524) scriveva da Vicenza ai suoi cugini: Vi prego, state legati con umiltà alla Santa Chiesa di Cristo, in sé senza rughe, anche se è prostituta nei suoi ministri. Come ha potuto santificarsi credendo in tale proposizione così manifestamente critica verso la Santa Madre Chiesa? San Gaetano nacque nel tardo medioevo (1480), tre anni prima di Martin Lutero e trentacinque prima di Filippo Neri. La sua vita si colloca nel passaggio dal medioevo alla modernità, periodo di epocale svolta sul piano geopolitico, come pure culturale, oltre che liturgico ed ecclesiastico. Visse in prima persona e vide coi suoi occhi quelle che oggi si riconoscono storicamente le cause scatenanti la riforma protestante. Il periodo era tristemente segnato dalla decadenza della Chiesa come istituzione morale. La Chiesa era molto, troppo occupata in affari temporali e politici che compromettevano i valori evangelici, i quali non ammettono certo il concubinato e richiedono il rispetto del celibato. La liturgia si celebrava nella Chiesa latina con una certa varietà di riti locali, diversi da una parte all’altra dell’Europa, secondo modalità non univoche (per esempio le Messe bi-trifacciata…). Questo stato di cose secondo San Gaetano inquadrano una Chiesa nuova Babilonia, prostituta nei suoi ministri. Cosa sta a significare l’identificazione con la città di Babilonia?

Il famoso capitolo 17 dell’Apocalisse introduce il tema della “grande prostituta”, conosciuta con il nome simbolico di “Babilonia la grande”, molto spesso accostata a Roma e alla Chiesa Cattolica. Nell’immagine presentata in visione a San Giovanni apostolo la donna assisa sulla bestia, rappresenta la grande città; se la bestia è l’impero romano, allora la donna ne è la capitale ovvero Roma. Da qui il collegamento con la Chiesa Cattolica è immediato, soprattutto da parte degli scismatici, ortodossi e protestanti, ma anche da parte dei cattolici stessi secondo i quali la Chiesa è al contempo “santa e peccatrice”. L’espressione più antica ed emblematica per indicare la duplice natura della Chiesa istituzione (fondata da Cristo) e popolo di Dio (composta da peccatori) si ha in Sant’Ambrogio. Con quale intenzione Ambrogio riferisce alla Chiesa l’espressione “casta meretrix” ? Il meretricio è collocato sul versante del typos (che è qui la “prostituta”), cioè della figura, non del mysterion, la misteriosa realtà figurata. Inoltre Ambrogio travalica il typos, aggiungendo due caratteristiche esclusive della realtà figurata: in primo luogo, la Chiesa tanto più è casta, quanto più grande è il numero dei fuggiaschi con cui si unisce; in secondo luogo, la Chiesa è «meretrice casta, perché molti amanti la frequentano per l’attrattiva dell’affetto, ma senza la sconcezza del peccato». Nell’intenzione di Ambrogio quindi non solo l’aggettivo “casta”, ma anche il sostantivo “prostituta” è titolo di merito per la Chiesa: di fatto, in rapporto alla realtà misteriosa (mysterion), figurata da Rahab (typos), il termine meretrix viene ad indicare la sconfinata capacità di accoglienza della Chiesa, e perde dichiaratamente qualunque significato deteriore.

Tuttavia San Gaetano, a differenza di Sant’Ambrogio, non sta esprimendo proprio un apprezzamento verso la Chiesa del suo tempo. Che cos’è dunque la bestia scarlatta descritta dall’Apocalisse? Essa può rappresentare l’impero romano, massima espressione del potere mondano al tempo di Giovanni, scomparso dalla storia, ma destinato a ritornare per poi essere definitivamente annientato. In un’ottica spirituale però la Bestia è il trono di Satana, il mondo caduto nelle sue grinfie, lo spirito mondano di cui uno solo è il vero principe, ovvero il Demonio. Gesù dice agli Apostoli: siete nel mondo, ma non siete del mondo. Nel mondo contaminato dal peccato la Chiesa è chiamata ad operare, ma non deve confondersi con lo spirito del mondo perché questo spirito viene dal Nemico Infernale. Tutte le volte che la Chiesa si contamina con questo spirito diventa un’antichiesa, si trasforma nella “prostituta di Babilonia”, alleata della bestia, ebbra del sangue dei martiri. La Bestia mondana infatti è di colore scarlatto, il colore del sangue dei martiri; ha incisi dei nomi blasfemi che bestemmiano Dio e che sono rappresentati dalle sette teste e dalla dieci corna. Sette come i vizi capitali e dieci come i comandamenti. I vizi rappresentano la materialità dell’uomo bestia inteso non solo come uomo animale che persegue il soddisfacimento dei bisogni primari, ma bestia in quanto satanico poiché persegue il pervertimento di ogni aspetto morale e spirituale stabilito da Dio. La Bestia è la rappresentazione blasfema ed orripilante di tutto ciò che è mondano ed anticristico ed è su questo falso trono che la Chiesa si asside quando dimentica la propria missione e “fornica col mondo” trasformandosi nella prostituta di Babilonia. Questa trasformazione è la costante della Chiesa in ogni tempo di persecuzione là dove la persecuzione diventa purificazione e preludio alla risorgenza.

Si accompagna ai beoni;
si son dati alla prostituzione,
han preferito il disonore alla loro gloria. (Os 4,18)
Non dispongono le loro opere
per far ritorno al loro Dio,
poiché uno spirito di prostituzione è fra loro
e non conoscono il Signore. (Os 5,4)

La “prostituzione” prima che una categoria letteraria elaborata da qualche sapiente uomo di Chiesa, era già enunciata a chiare lettere nella parola che Dio per primo rivolse al profeta Osea e poi nell’Apocalisse suddetta. Se come dice San Gaetano, la Chiesa diviene prostituta nei suoi ministri, i figli di Dio che la compongono possono in buona sostanza qualificarsi figli di prostituzione: credenti assai lontani dalla santità, insignificanti per gli altri, incapaci di incidere nel mondo, cristiani privi di senso del giudizio rispetto all’errore degli stessi pastori che dovrebbero pascerli.

Quando il Signore cominciò a parlare a Osea, gli disse:
«Va’, prenditi in moglie una prostituta e abbi figli di prostituzione,
poiché il paese non fa che prostituirsi allontanandosi dal Signore». (Os 1,2)
I suoi figli non li amerò, perché sono figli di prostituzione. (Os 2,6)
Mangeranno, ma non si sazieranno, si prostituiranno, ma non avranno prole,
perché hanno abbandonato il Signore per darsi alla prostituzione. (Os 4,10)
Il mio popolo consulta il suo pezzo di legno e il suo bastone gli dà il responso,
poiché uno spirito di prostituzione li svia e si prostituiscono, allontanandosi dal loro Dio. (Os 4,12)

L’ha detto Cristo e non c’è dubbio che le porte dell’inferno non prevarranno sulla Chiesa (cfr. Mt 16,18), perché sarà infatti distrutta dall’interno. La Chiesa militante in Terra produrrà la propria autodistruzione. Questo è il messaggio che viene da tanti mistici, questo è quanto a ben vedere esprime la Sacra Scrittura e i santi di ogni tempo. Ciascuno di noi infine può constatare da sé, nella propria vita e nel proprio tempo, la realtà che lamentava già Isaia:
I suoi guardiani sono tutti ciechi, non si accorgono di nulla.
Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare;
sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi.
Ma tali cani avidi, che non sanno saziarsi,
sono i pastori incapaci di comprendere.
(Is 56,10-11)

Nonostante tutto nella seconda lettera di cui si è detto, San Gaetano implorava di restare fedeli alla Santa Chiesa di Dio. Mentre crescono assieme il grano e la zizzania, sarà solo il Pastore supremo alla fine dei tempi a separare le pecore dai capri. Non è in potere di nessun cristiano rivoluzionare il mondo e cambiare il corso della storia, magari accusando di eresia un pontefice e fondando una propria Chiesa… Non è questo il modo di accumulare un tesoro in cielo, come invita a fare N.S.:
Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
(Lc 12,31-34)

Casta meretrixultima modifica: 2020-09-03T17:04:27+02:00da seddaco
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