Buona Natale [2012]

Gli “auguri” che scrissi per Natale 2012 mi erano costati un po’ di riflessione, però ben fruttata. Li rileggo ancora con interesse…!


Sapete, sarò forse pessimista e mi duole, almeno finché qualcuno di voi non mi farà cambiare idea. Ma personalmente mi chiedo spesso se nella nostra “società liquida” dallo slogan carpe diem, in questo mondo così secolarizzato e lontano da Dio, scambiandosi gli “auguri di stagione”ci si ricordi ancora i Natali di chi o cosa si festeggino. La “democrazia” del Partito-preso che pensa l’etica come un ragioniere analfabeta, pensare solo all’assoluto presente secondo una “verità” di ordine materiale, la sola fiducia nel dominio della tecnica, il valore del Bene slegato dalla Vita, questa vista come parentesi nel nulla, la fluidità dellerelazioni, la mercificazione del sesso; sono tutte devianze che cercano di riempire dei vuoti esistenziali, segno di un disperato bisogno di Dio, l’unico che riempia la vita al presente e al futuro. «Sono insoddisfatto dei falsi valori di questo secolo e ho capito che c’è solo un’alternativa: quella proposta duemila anni fa presso il mare di Galilea e sulla collina del Golgota.[…] I vecchi dèi pagani venivano tutti rappresentati in termini di potere terreno, di ricchezza, potenti ma mediocri e lascivi…» (Malcom Muggeridge). Tanti idoli fatti dall’uomo che non sembra essere cambiato molto dall’erranza nel deserto di 3100 anni fa (cfr. Gs-Gd.). Deserto ripieno dei doni di Dio eppure vissuto con asprezza e ingratitudine, liberati dalla schiavitù d’Egitto e resisi schiavi delle proprie idolatrie: «Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!» (1 Gv 5,21). Ci viviamo dentro volenti o nolenti. Cosa ci può ancora salvare da tanti disvalori, che tanto abbassano la dignità dell’uomo? «Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?» (Gv 5,45-47).

Uno status-simbol come Vasco Rossi, che ha incantato una o due generazioni, così dichiarava su facebook un anno fa: «E quella continua  sensazione di groppo in gola, di sconsolata tristezza. Un velo opaco, grigio su ogni cosa. Essere di cattivo umore sempre dalla mattina alla sera dalla sera alla mattina. Ogni giorno, ogni momento. Per settimane, mesi. Sempre». Ha però risolto grazie alla giusta ricetta: «un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro, studiato da una equipe di medici, che mi mantiene in questo “equilibrio” accettabile».

In questo tempo di crisi, secondo me, non solo economica, nell’incertezza del futuro e le ristrettezze del consumismo, cui ci ha educato l’individualismo e il materialismo dell’età moderna e contemporanea, ognuno a suo modo sperimenta il fallimento della società egocentrata, come è già stato nel 1917 quello del Mercato. Una “Grande Crisi” che ci fa scoprire il riferimento ultimo, da cui veniamo e andiamo, in un fondamento che è altro da noi, ci trascende.

Il Bambin Gesù purifica i cuori da tante elucubrazioni e ci fa scorgere nella sua semplicità l’essenziale di ciò che conta: l’Amore, di Dio che si fa Uomo, si fa incontro all’uomo per autocomunicarsi. È voluto nascere, non in una reggia ma in una stalla: la sua accoglienza è alla portata di tutti, anzi: «hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Lc 10,21). Come già stato nel Deserto rientra nella storia, manifestandosi non attraverso prescrizioni su carta stampata, ma vivendo una sequela per una Via che ci invita a seguire. «…La croce invece per la prima volta ha rivelato Dio in termini di debolezza, di umiltà, di sofferenza e, da un punto di vista umano, di assurdità. Da allora abbiamo visto questo Dio rappresentato nell’agnello, che è la più timida, mite e vulnerabile creatura vivente. Agnellodi Dio! Così si è cantato con gioia attraverso i secoli!» (Malcom Muggeridge). Così oggi la Storia della Salvezza continua al presente nell’esperienza dell’Uomo, sino al ritorno alla fine dei tempi. Se e solo se, nella sua libertà voglia coinvolgersi, con una risposta esistenziale; perché conoscere Dio non è credere a un’idea, ma essere partecipi di un evento diliberazione capace di cambiare la vita. Un rapporto io-tu da vivere impegnandosi personalmente in un’esperienza vitale, in seno alla Chiesa segno vivo e operante della sua presenza. Che cosa ha ancora da dirci questo Dio che realizza le antiche profezie, a 2012 anni dalla sua incarnazione? «Svegliati,o uomo: per te Dio si è fatto uomo. “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo.S aresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Non avrebbe liberato dal peccato la tua natura, se non avesse assunto una natura simile a quella del peccato. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia. Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto» (Sant’Agostino,discorso 85).

È un mistero che non ci rivela “come” risolvere tutti i nostri problemi, ma illumina per contrasto il “perché” l’Uomo riesca a produrli. Rifiutando Dio potremo essere stimati anche molto “bravi” da altri come noi, ma resteremo incapaci di amare l’uno e gli altri a sua immagine: «E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercatela gloria che viene da Dio solo? Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato» (1 Gv 5,44.1).

Nel contesto di questo nostro Tempo, il significato del Natale cristiano, l’unico che ha ancora senso di essere, credo stia nel momento forte, perennemente capace di santificare la storia e il nostro presente, nonostante il relativismo sociale che  cerca di eludere alla coscienza il problema di Dio, per vivere come degli incoscienti. «L’eterno oggi di Dio è disceso nell’oggi effimero del mondo e trascina il nostro oggi passeggero nell’oggi perenne di Dio» (Benedetto XVI, Omelia 25/12/05).

Per questo, senza aggiungermi alle prediche, voglio porgere in quest’occasione, ma con rinnovo quotidiano, a tutti i miei amici, parenti, vicini e, in particolare, chi ha avuto la pazienza di leggere fino a questo punto, un vivissimo augurio di rinascita spirituale illuminata dal mistero dell’Incarnazione.

Buona Natale [2012]ultima modifica: 2020-04-13T18:36:21+02:00da sedda-co
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