Buona Pasqua [2012]

Rileggo e ripubblico i miei auguri scritti otto anni fa per Pasqua 2012. Niente di ché…


Quando ho pensato agli auguri di Pasqua, c’era il tanto di una veglia di preghiera. Poi riflettendo meglio, alla luce della ricchissima Parola proclamata in questi giorni, ho cercato il senso di tanta “religione” celebrata e ho meditato questo pensiero:

«Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine»1. “Ci ha amato da morire”, ma non l’ha solo detto, non l’ha solo indicato agli altri, lo ha anche fatto. Cristo Maestro, perfetta espressione del Padre, è emanazione della sostanza divina con ogni gesto, con ogni azione, perché quanti lo vogliano seguire sulle sue vie sappiano come raggiungerlo: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi»2. È grazie all’incarnazione contemplata a Natale che, apparso in forma umana, prese forma mortale vivendo la nostra stessa esperienza terrena e mostrandoci come sia possibile redimerla dalla sua caducità e corruzione. È provando i nostri stessi sentimenti, di gioia e abbandono, felicità e afflizione, che è capace di comprenderci e farsi vicino a quanti lo cercano, «infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» 5.
Riscattando l’Uomo, sua ingrata creatura, dalla perdizione, è passato per un altro nuovo rifiuto, «disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima» 3, con la coscienza di chi dice: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»10. Evento di salvezza che non è rinchiuso in un libro come un evento passato, ma si compie ogni giorno quando torniamo a Dio con tutto il cuore14, o quando siamo altrettanto capaci di sdegnarlo della nostra affezione, orientando la nostra vita in una direzione opposta alla sua.
Ma assicura il profeta che «dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza»4. A premio e corona del suo sacrificio troverà la luce di cui era riflesso, «io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»11, quella stessa Luce che fu all’origine della historia salutis, ma prima ancora del mondo, rischiara l’ombra di morte e l’errore. Dio, che in quanto Dio basta a se stesso, poteva restarsene nell’iperuranio, avrebbe poi potuto abbandonare l’Uomo al suo peccato, ma l’Unico Vero Dio, è altro da quello che possono fantasticare le speculazioni di ogni tempo. Rivelandosi in Cristo, mostra il suo volto di Padre misericordioso amando tanto il mondo da dare il suo unico Figlio12, che completa ultimamente e definitivamente la teofania di Abramo.
Dio resta fedele all’Alleanza va oltre ogni rifiuto e continua a cercare e sperare l’accoglienza da parte dell’Uomo. «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»6. Ed è la verità a farci liberi, quale uomo può mostrarsi indifferente? Chi ha conosciuto e sperimentato personalmente la verità dell’annuncio di Cristo, non perché gliel’abbiano raccontata altri, o perché gliel’abbiano infusa fin dalla tenera età, comunque vagliata dal vissuto, fa scaturire la stupenda professione di fede di San Tommaso che non riesce a tenere per sé e, corrispondendo all’amore di Colui che ci ha amati per primo13, ha coscienza che il Signore cambia la vita, perché ha potere sulla vita e sulla morte: «E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio»8. Un esperienza tra il “già qui e il non ancora”, perché quanto vissuto al presente non è che una pregustazione dei beni futuri promessi, «se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione»7. E quando condivide la gioia di questo incontro sa di non vendere fumo, ma testimoniare la profonda realtà sperimentata mettendo il dito nel costato del Risorto: «chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate»9.

Buona e Santa Pasqua!
1 Gv 13,1
2 Gv 13,15
3 Is 53,3
4 Is 53,11
5 Eb 4,15
6 Gv 18,37
7 Rm 6,5
8 At 10,42
9 Gv 19,35
10 Ap 21,5
11 Gv 12,46
12 Cfr. Gv 3,16
13 Cfr. 1 Gv 4,19
14 Cfr. Gl 2,12

Buona Pasqua [2012]ultima modifica: 2020-04-13T18:30:44+02:00da sedda-co
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