sinodal_mente

In un tempo ecclesiale come il nostro, in cui la verità è resa incerta e la fede è intesa come dubbio e domanda, c’è meno sinodalità che non in altre fasi nelle quali la verità era sicura e stabile e la fede era vista come uno “stare”, un “permanere”. Ora, questa carenza di sinodalità, da considerare come la conseguenza dell’emergenza delle varie opinioni teologiche sulle stabili verità della fede nella rivelazione, non può esser colmata da un maggior attivismo esteriore, dal moltiplicarsi degli incontri di discussione, dal chiasso delle dichiarazioni strampalate e forzatamente rivoluzionarie, subito riprese dai media di regime, ecclesiali e non. Il caso, fatte le debite differenze, è simile a quello della activa participatio durante la Santa Messa. Il chiasso conseguente all’attivismo forzato dei fedeli, l’andirivieni sull’altare, la fantasmagoria dei gesti e delle didascalie non hanno compensato la vera partecipazione spirituale tanto viva in precedenza quanto ingiustamente vituperata in seguito. [dalla prefazione di Stefano Fontana a Nicola Bux – Guido Vignelli, La Chiesa sinodale: Malintesi e pericoli di un “grande reset” ecclesiastico, ed. Fede&Cultura]

N. 16 Lo Spirito di Dio che illumina e vivifica questo “camminare insieme” delle Chiese è lo stesso che opera nella missione di Gesù, promesso agli Apostoli e alle generazioni dei discepoli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Lo Spirito, secondo la promessa del Signore, non si limita a confermare la continuità del Vangelo di Gesù, ma illuminerà le profondità sempre nuove della sua Rivelazione e ispirerà le decisioni necessarie a sostenere il cammino della Chiesa (cfr. Gv 14,25-26; 15,26-27; 16,12-15). Per questo è opportuno che il nostro cammino di costruzione di una Chiesa sinodale sia ispirato da due “immagini” della Scrittura. Una emerge nella rappresentazione della “scena comunitaria” che accompagna costantemente il cammino dell’evangelizzazione; l’altra è riferita all’esperienza dello Spirito in cui Pietro e la comunità primitiva riconoscono il rischio di porre limiti ingiustificati alla condivisione della fede. L’esperienza sinodale del camminare insieme, alla sequela del Signore e nell’obbedienza allo Spirito, potrà ricevere una ispirazione decisiva dalla meditazione di questi due momenti della Rivelazione. [Documento Preparatorio della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 07.09.2021]

Si noti la retorica di tipo pentecostalista/carismatica che ricorda certi movimenti protestanti e l’idea che si tratti  di “ascoltare” profeticamente cosa dice lo “Spirito”, quasi fosse in gioco  una nuova rivelazione.  Anche nell’Instrumentum Laboris ricorre continuamente l’idea di ascoltarecapirediscernere che cosa la Chiesa deve fare per andare incontro agli uomini di oggi. Non si trova mai un appello per un ritorno alla Tradizione, all’immutabile legge di natura, a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato sui temi proposti:  sembra di essere ancora di fronte al mito di una “nuova Pentecoste” che tanti danni aveva già fatto al Concilio Vaticano; II fatto però più grave è che i temi (ad esempio la possibilità del matrimonio dei sacerdoti) vengono proposti come se non ci fosse una Chiesa Docente (l’Episcopato in unione con il Papa) che ha tutti i mezzi per insegnare come occorra rispondere alle domande proposte, ma sono piuttosto temi presentati come se fosse la Chiesa Discente a dover insegnare alla Chiesa universale come risolvere i diversi problemi [Matteo D’Amico]

L’Instrumentum laboris si fonda sulle due fasi precedenti: “Le domande che l’IL pone sono espressione della ricchezza del processo a partire dal quale sono state elaborate; (…) testimoniano l’esperienza di fede del Popolo di Dio e recano perciò l’impronta di un significato trascendente” (n. 11). È il risultato dell'”esperienza di camminare insieme” delle Chiese locali (id.).
Questa nozione di esperienza sembra essere cruciale, e capiremo perché. Come nel documento precedente, le definizioni sono rare o addirittura assenti. Ma si propone la prassi: “una Chiesa sinodale è contraddistinta anche da un modo di procedere” (n. 14).
Così, come con il marxismo o la psicoanalisi, bisogna esercitarsi a cogliere la natura della sinodalità. Questa “Chiesa sinodale” (110 menzioni nel testo) non è definita, va colta per esperienza: “Un termine per sé astratto o teorico come sinodalità ha cominciato così a incarnarsi in un’esperienza concreta” (n. 18).

 

 

sinodal_menteultima modifica: 2023-05-18T13:36:36+02:00da sedda-co
Reposta per primo quest’articolo