dicant Paduani

Quest’anno la solennità di Corpus Domini – al termine della quale nel 1595 spirava il S.P. Filippo Neri – cade nella stessa settimana di Sant’Antonio di Padova (13 giugno). Pertanto ho piacere di rileggere tra i miracoli di Sant’Antonio – uno più bello dell’altro – quello della mula.

Chi mi conosce sa che sono cresciuto nelle due parrocchie dei frati minori conventuali a Cagliari, con l’anno pastorale che iniziava per San Francesco d’Assisi il 4 ottobre e finiva per Sant’Antonio di Padova il 13 giugno. Sono stato a Padova e Assisi un numero di volte che non dico e sono stato educato a conoscere e venerare questi due santi.

Nel 1223 sant’Antonio si trovava a Rimini, dove impazzavano le correnti ereticali. Sant’Antonio in vita sua affrontò tanti miscredenti e atei militanti che non avevano niente da invidiare ai bolscevichi sovietici. Un tale Bonovillo sfidò sant’Antonio dicendogli di dimostrare coi fatti quanto predicava circa la presenza reale di Cristo nell’eucarestia. La sfida consistette nel tenere digiuna la sua mula per tre giorni, dopo i quali le avrebbe presentato la biada di cui va ghiotto l’animale, mentre sant’Antonio le avrebbe presentato la particola consacrata. Se Dio era davvero presente la mula avrebbe dovuto volgere la sua attenzione all’ostia santa rifiutando il cibo.

Dopo aver celebrato la Messa Sant’Antonio portò processionalmente il Santissimo alla mula e, davanti ai canestri di biada, dice: «In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione». La mula lasciando perdere il fieno si rivolse al corpo di Cristo, piegando in avanti le inginocchia.

In piazza Tre Martiri si trova la cappella del Bramante che commemora questo miracolo eucaristico. Come faceva la mula a sapere che davanti al SS. Sacramento si genuflette? La mula non aveva studiato liturgia, non aveva dato esami di sacramentaria, non conosceva le rubriche del messale in uso all’epoca… Non conosceva niente però riconobbe la presenza reale di Dio nelle specie eucaristiche e per questo fa la cosa che gli viene più naturale: piega le ginocchia.

Oggi che le informazioni circolano nel mondo più rapidamente, solo facendo un giro nei social-network è possibile farsi una cultura anche in materia di abusi liturgici. Sono a portata di click o di touch adorazioni eucaristiche in America latina col sacerdote che balla con l’ostensorio in mano, toccato da chiunque, oppure l’ostensorio che aleggia appeso al drone… Queste solo per dirne alcune, perché poi la realtà supera la nostra immaginazione riguardo alle stranezze cui ahinoi siamo ormai abituati. Lasciamo a Dio il giudizio di queste persone.

317994094_453424626949955_3259774288060365689_nQuando vediamo una chiesa ridotta praticamente a un circo, ci chiediamo come siamo arrivati fino a questo punto. E dove ancora vogliamo arrivare? Perché la Chiesa che si converte al mondo ha semplicemente abdicato la missione affidatale dal Figlio di Dio, che andava esattamente in senso inverso: convertire il mondo a Cristo.

Alla luce della mula che si inginocchia in gesto di venerazione al SS. Sacramento, come consideriamo il ministro che si inchina a un mulo? Se noi stampassimo su tela questa foto e la incorniciassimo, che titolo gli daremmo? “La demenza”? “L’insulsaggine”? Anche se però questo secondo titolo è un po’ offensivo sotto l’aspetto morale. La demenza invece sappiamo essere un umanissimo stato di salute mentale: il corpo si ammala e così anche la mente, è la condizione della natura umana. La malattia quando si presenta non chiede il conto in banca, non discrimina nessuno status sociale, colpisce tutti gli uomini.

Ricordo una risposta che mi diede l’insegnante di religione in prima superiore (era vicepreside e parroco, oggi cancelliere arcivescovile). Si parlava di casi di pedofilia e concludeva il ragionamento dicendo: «Uno può vestirsi di nero, grigio, blu, rosa, ma se uno è pazzo è pazzo. Non sei convinto di questo?». E a 14 anni effettivamente non ero persuaso di questo suo asserto, perché non ammettevo proprio certo genere di perversioni da un ministro sacro. Oggi che per rispetto del mio fondatore mi trovo a indossare il suo abito, nel modo più degno possibile, comprendo quanto mi diceva il professore di religione. Un uomo può vestirsi anche paonazzo, rubino, o di bianco, che se è affetto da demenza rimane un demente, perché l’abito che indossa non muta la sua psicologia.

La vocazione di un soggetto ha influssi sull’organismo? Anselm Grun, il benedettino tedesco che esercita pure come psicoterapeuta, nei sui libri mette in luce che la fede vissuta, la vita sacramentale abbia persino effetti terapeutici. Nei sacramenti opera la grazia di Dio che secondo le disposizioni di chi la riceve, la collaborazione dell’uomo, porta buoni frutti. Pertanto aiutiamoci che Dio ci aiuta a ottenere la salute del corpo e dello spirito.

dicant Paduaniultima modifica: 2022-06-04T10:36:32+02:00da sedda-co
Reposta per primo quest’articolo